a293dc6dcb4f915ea35355d33a984c767a27792d
37fda5777b995b49d98303934f8a7445ac16d85d

© 2024

Il ritmo del cervello ed il ritmo della vita

2020-09-07 16:02

Array() no author 84235

Articoli, Psicoterapia della gestalt, Psicologo Cassino, Il ritmo del cervello ed i ritmo della vita, psicoterapia cassino, ritmo e psicologia, Gestalt Cassino, neuropsicologia, ritmo del cervello, ritmo della vita,

Il ritmo del cervello ed il ritmo della vita

Profondamente ogni esperienza nella vita di una persona possiede un ritmo. Qual'è il ritmo della nostra vita, com'è stato il ritmo della nostra infanzia? Ed

La Terra è un ambiente ritmico dove la temperatura, le precipitazioni e la luce del giorno variano con le stagioni. La luce ed il buio si alternano ogni giorno, le maree si alzano e si abbassano. Per essere davvero competitivo e per sopravvivere un animale deve essere in grado di adattarsi al ritmo dell'ambiente in cui vive. Il cervello gestisce  una grande varietà di sistemi per il controllo ritmico, di cui il sonno e la veglia sono quelli più evidenti.  Alcuni ritmi controllati dal cervello, tuttavia, hanno periodi più lunghi come il letargo mentre altri hanno periodi più corti come i cicli della respirazione, gli stadi del sonno durante la notte e i ritmi elettrici della corteccia cerebrale. Le funzioni di alcuni ritmi cerebrali sono conosciute mentre altre sono oscure ed alcuni ritmi sono indicativi di patologia (epilessie, cefalee, emicrania ecc.). Il proencefalo ed in particolare la corteccia cerebrale producono un certo numero di ritmi elettrici rapidi che sono facilmente misurabili e che sono altamente correlati con lo stato di sonno/veglia. L'elettroencefalogramma è il metodo classico (ed il più utillizzato poichè non invasivo) per la registrazione dei ritmi del cervello ed è essenziale per lo studio del sonno e della la veglia. 




Dunque,


gli orologi che governano i ritmi circadiani sono situati nel cervello ed influenzano profondamente la nostra salute ed il nostro benessere.

Una prova dell'esistenza di un orologio biologico interno proviene da un organismo privo di cervello, la pianta della mimosa. La mimosa solleva le sue foglie durante il giorno e le abbassa durante la notte. A molti popoli sembrava ovvio che la pianta reagisse alla luce del sole attraverso qualche sorta di movimento riflesso. Nel 1729 il fisico francese Jean Jaques d'Ortous de Mairan verificò l'ipotesi; egli mise alcune piante di mimosa in una stanza buia e trovò che continuavano a sollevare ed abbasare le foglie. Mairan credeva che la pianta riuscisse in qualche modo a percepire il movimento del sole anche chiusa in una stanza. In seguito il botanico svizzero Augustine de Canolle mostrò che una pianta simile al buio muoveva le foglie su e giù ad un intervallo di 22 ore, anzichè di 24 ore. Questo implicava che la pianta non rispondeva al sole ma che possedeva verosimilmente un orologio biologico interno (Bear et al, 1999). L'orologio biologico è quello che ci permette di svegliarci sommariamente allo stesso orario anche senza l'uso di una sveglia o che ci permette di capire quando è ora di andare a letto la sera. Ovviamente, però,


questo orologio soffre dei continui mutamenti di orario che si fanno dutante la settimana e dunque può facimente sfasarsi.


1c45ac62-7020-4ee4-8f66-bc2dfdacbb4b-1383968434.png




La mia considerazione sta nel fatto che "profondamente" ogni esperienza nella vita di una persona possiede un ritmo.  A partire dalla sensazione di voler/dover fare qualcosa, all'attivazione personale, all'azione e successiva integrazione di ciò che abbiamo fatto, possiamo osservare un ritmo di sottofondo. Dunque


qual'è stato il mio ritmo durante l'azione effettuata? Sono stato veloce o lento? Preciso o Superficiale?

In quale fase mi sono sentito più a mio agio? Sono domande che possono aiutarmi a capire il mio modo di agire ed indirizziarmi a migliorare la capacità di pianificazione ed espressione della mia energia psichica e corporea. Di qui si potrebbe allargare la considerazione ad altre constatazioni riguardo il ritmo personale. Ad esempio:


Qual'è il ritmo della mia vita? com'è stato il ritmo della mia infanzia? Ed il ritmo della mia adolescenza? Qual è il mio ritmo di oggi?

Per favorire una maggiore consapevolezza e conoscenza di sè è importante capire se il nostro ritmo quotidiano è troppo veloce rispetto alla capacità del nostro corpo di attivarsi e reagire. E' il caso dello


stress

in cui la persona è sottoposta a ritmi di vita troppo veloci da sostenere e quindi il cervello (e di conseguenza il corpo) va in uno stato di sofferenza. Prestare attenzione al nostro ritmo quotidiano ci può aiutare a capire se stiamo esagerando con gli impegni o con le responsabilità; possiamo fermarci e guardare il nostro ultimo periodo di vita e capire il ritmo del susseguirsi degli eventi; possiamo notare le parti del nostro crpo che più stanno soffrendo a seguito di un ritmo sostenuto; possiamo attivarci per rendere il nostro ritmo più fluido e funzionale alla nostra vita.




Dunque, per vivrere con un


buon ritmo

è auspicabile allineare il ritmo di vita quanto più possibile al ritmo circadiano cerebrale e corporeo in modo da favorire un benessere psichico e corporeo restando attivi ed efficaci.







Bibliografia





Bear M., Connors B.W.& Paradiso M.A.  1999.


"Neuroscienze. Esplorando il Cervello

" Masson-Milano.






Aspetti psicologici  dell'epidemia da Corona virus

L’epidemia di Coronavirus sta diventando giorno dopo giorno sempre più presente nella vita della popolazione di tutto il mondo. Inizialmente il virus Covid-19 si era diffuso solamente in una regione della Cina, ma lentamente si è spostato anche in altre regioni e nazioni del mondo. Ad oggi il mondo sembra avviarsi ad una fase di paralisi produttiva, economica e sociale.  Una influenza epidemica, come la Covid19, ha un potenziale significativo di “contagio psicologico”. In  un precedente studio effettuato sulla SARS è stato dimostrato che la minaccia percepita dell'epidemia ha causato uno stress (psicologico) significativo in molti individui provenienti anche da paesi non direttamente colpiti (Iancu et al. 2005).  La velocità con cui sono state chiuse le attività commerciali e lavorative in genere ha lasciato poco spazio alla possibilità di adattamento. Sono molte le persone che hanno riscontrato problemi di adattamento verso una vita più riservata, lontano dal contatto sociale e dalla vita come la conoscevano.  In questa situazione di reclusione in casa si fanno i conti con l'angoscia e la paura, non solo del contagio ma anche di rimanere soli, lontani dalle persone care. Ma non tutti gli effetti psicologici delle epidemie infettive sono negativi. Ad esempio, dopo l'epidemia di Ebola, i sopravvissuti hanno riferito che un effetto positivo è stato l'aumento della fede in Dio (De Roo et al. 1998).  Allo stesso modo, uno studio sulla popolazione di Hong Kong ha dimostrato che anche in presenza di alcune delle risposte psicologiche negative al virus, c'è stato un aumento di aspetti di coesione sociale tra alcuni gruppi. Dallo studio emerge che più del 60% degli intervistati ha dichiarato di tenere di più ai sentimenti dei propri familiari e più del 30% ha ritenuto che i propri familiari e/o amici fossero più solidali. Inoltre, più del 60% degli intervistati hanno prestato una maggiore attenzione al loro stato di salute mentale, ad esempio prendendosi più tempo per riposare o facendo esercizio fisico (Lau et al. 2006). Dunque, in questi momenti dovremmo porre l'attenzione a quanto è importante nella vita di tutti i giorni poter stare insieme, condividere esperienze anche solo salutarsi e stringersi la mano, gesti che abbiamo dato per scotanti ma che oggi ci mancano più che mai. Qunado questo periodo sarà finito dovremmo ricordarci di queste mancanze per rendere la nostra vita piena di contatto, di espeirenze nuove e condivise con le persone che in questo periodo ci sono mancate. Aristotele e molti altri dopo di lui hanno definito l'essere umano come un animale sociale, è la nostra natura, e dunque l'auspicio è quello di diventare più consapevoli dell'importanza delle nostre relazioni.

Bibliografia

De Roo A., Ado B., Rose B., et al. (1998). Survey among survivors of the 1995 ebola epidemic in kikwit, democratic republic of Congo: Their feelings and experiences. Tropical Medicine and International Health;3:883–885.

Iancu I., Strous R., Poreh A., et al.: Psychiatric inpatients reactions to the SARS epidemic: An Israeli survey. Isr J Psychiatry Relat Sci 2005;42:258–262.

Lau J.T., Yang X., Tsui H.Y., et al. (2006). Positive mental health-related impacts of the SARS epidemic on the general public in Hong Kong and their associations with other negative impacts. JInfect; 53:114–124.

d67a301d10bbe83e3d0dc0767f73f481a523ab1b

" Capii che un uomo, oltre a vivere per il proprio bene personale, deve inevitabilmente contribuire al bene degli altri: se dobbiamo prendere un paragone dal mondo degli animali [...] allora occorre prenderlo dal mondo degli animali sociali, come le api" ( Lev Tolstoj )

© 2024