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La Connessione tra Corpo e Comunicazione

2020-07-28 15:09

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La Connessione tra Corpo e Comunicazione

La comunicazione non verbale è composta da tutti gli elementi che trasmettiamo al di là delle parole e spesso viene identificata con la comunicazione del corp

"Io sono il mio corpo" diceva Friedrich Perls, uno dei fondatori della psicoterapia della Gestalt, volendo sollecitare le persone a riappropriarsi di uno strumento comunicativo fondamentale e di immediato contatto sia con se stessi che con l'altro. Quando siamo in una conversazione spesso ci dimentichiamo di quanto la persona di fornte a noi veda il nostro copro, la nostra espressività, la nostra capacità di manifestare o meno l'accordo riguardo ad un argomento.  L'uso sapiente del corpo e una buona capacità di rapporto con esso sono di aiuto in svariate situazioni di vita quotidiana. Per esempio annuire con il capo durante una conversazione può servire per accentuare o confermare un concetto senza dilungarsi in commenti che potrebbero far perdere l'interesse o rendere troppo lunga una comunicazione.
Alcuni gesti che effettuiamo quando parliamo con qualcuno sono emblematici e possono darci delle indicazioni per cogliere l'emozione della persona con cui stiamo conversando, per esempio: grattarsi la testa può indicare una perplessità; non guardare l'altro mentre  parla potrebbe segnalare il disaccordo o la difficoltà ad accogliere quanto detto;  tenere il pugno chiuso o mostrare i denti serrati può essere indice di rabbia in merito alla situazione.
Diventare consapevoli di come il nostro corpo agisce e reagisce durante una conversazione , di come si possono comunicare queste reazioni all'interlocutore nel modo appropriato, connettendo il corpo con la parola e con il tono di voce, illumina di efficacia, congruenza ed armonia la comunicazione. (Menditto, 2008). Da quanto presentato precedentemente si evince quanto sia importante nella gestione della comunicazione prestare attenzione alla comunicazione non verbale.  La comunicazione non verbale è composta da tutti gli elementi che trasmettiamo al di là delle parole e spesso viene identificata con la comunicazione del corpo, ma essa è più ampia, include anche il tono di voce, la modalità della respirazione, le piccole emissioni vocali chea bitualmente usiamo ecc. (Menditto, 2008). Dare attenzione alla propria espressione non verbale amplifica e valorizza la consapevolezza, fa rintracciare elementi che possono apparire di poco significato ma che rivestono una grande importanza nella gestione delle proprie relazioni.
Non soltanto dare attenzione all'espressività del nostro corpo può migliorare la capacità di comunicare, ma può aumentare il livello di consapevolezza di ciò che si sperimenta in quel preciso momento. Ascoltare il proprio corpo, a partire dalle sensazioni primarie che rimanda, rende più pronti ed efficaci nella gestione di conversazioni di ogni tipo (familaire, di lavoro, amicale ecc.). L'obiettivo non è quello di manipolare le interazioni verbali con gli altri, bensì quello di poter essere quanto più precisi nell'esprimere quello che davvero si vuole dire e farlo nel modo giusto (accettabile per l'altro).  Esprimersi con la doppia forza del pensiero e del corpo può aiutare a raggiungere gli obiettivi prefissati in una conversazione che sia di tipo professionale o anche parentale.  Questa capacità può essere allenata attraverso un impegno costante ed una attenzione alle proprie modalità di comunicazione anche attraverso esercizi di consapevolezza corporea e/o con conversazioni simulate.

La terapia della Gestalt ha sviluppato una serie di tecniche e di esercizi per facilitare la crescita e la consapevolezza del propio stile comunicativo. La "cassetta degli attrezzi" a disposizione del terapeuta contiene una serie di tecniche, spesso emotivamente forti, che possono ampilare la visione di sé e migliorare la gestione delle proprie relazioni ed interazioni con gli altri.




bibliografia

Menditto M., 2008. Comunicazione e relazione. Come gestire i dialoghi e legami nel quotidiano. M. Menditto, Ed. Erickson




Aspetti psicologici  dell'epidemia da Corona virus

L’epidemia di Coronavirus sta diventando giorno dopo giorno sempre più presente nella vita della popolazione di tutto il mondo. Inizialmente il virus Covid-19 si era diffuso solamente in una regione della Cina, ma lentamente si è spostato anche in altre regioni e nazioni del mondo. Ad oggi il mondo sembra avviarsi ad una fase di paralisi produttiva, economica e sociale.  Una influenza epidemica, come la Covid19, ha un potenziale significativo di “contagio psicologico”. In  un precedente studio effettuato sulla SARS è stato dimostrato che la minaccia percepita dell'epidemia ha causato uno stress (psicologico) significativo in molti individui provenienti anche da paesi non direttamente colpiti (Iancu et al. 2005).  La velocità con cui sono state chiuse le attività commerciali e lavorative in genere ha lasciato poco spazio alla possibilità di adattamento. Sono molte le persone che hanno riscontrato problemi di adattamento verso una vita più riservata, lontano dal contatto sociale e dalla vita come la conoscevano.  In questa situazione di reclusione in casa si fanno i conti con l'angoscia e la paura, non solo del contagio ma anche di rimanere soli, lontani dalle persone care. Ma non tutti gli effetti psicologici delle epidemie infettive sono negativi. Ad esempio, dopo l'epidemia di Ebola, i sopravvissuti hanno riferito che un effetto positivo è stato l'aumento della fede in Dio (De Roo et al. 1998).  Allo stesso modo, uno studio sulla popolazione di Hong Kong ha dimostrato che anche in presenza di alcune delle risposte psicologiche negative al virus, c'è stato un aumento di aspetti di coesione sociale tra alcuni gruppi. Dallo studio emerge che più del 60% degli intervistati ha dichiarato di tenere di più ai sentimenti dei propri familiari e più del 30% ha ritenuto che i propri familiari e/o amici fossero più solidali. Inoltre, più del 60% degli intervistati hanno prestato una maggiore attenzione al loro stato di salute mentale, ad esempio prendendosi più tempo per riposare o facendo esercizio fisico (Lau et al. 2006). Dunque, in questi momenti dovremmo porre l'attenzione a quanto è importante nella vita di tutti i giorni poter stare insieme, condividere esperienze anche solo salutarsi e stringersi la mano, gesti che abbiamo dato per scotanti ma che oggi ci mancano più che mai. Qunado questo periodo sarà finito dovremmo ricordarci di queste mancanze per rendere la nostra vita piena di contatto, di espeirenze nuove e condivise con le persone che in questo periodo ci sono mancate. Aristotele e molti altri dopo di lui hanno definito l'essere umano come un animale sociale, è la nostra natura, e dunque l'auspicio è quello di diventare più consapevoli dell'importanza delle nostre relazioni.

Bibliografia

De Roo A., Ado B., Rose B., et al. (1998). Survey among survivors of the 1995 ebola epidemic in kikwit, democratic republic of Congo: Their feelings and experiences. Tropical Medicine and International Health;3:883–885.

Iancu I., Strous R., Poreh A., et al.: Psychiatric inpatients reactions to the SARS epidemic: An Israeli survey. Isr J Psychiatry Relat Sci 2005;42:258–262.

Lau J.T., Yang X., Tsui H.Y., et al. (2006). Positive mental health-related impacts of the SARS epidemic on the general public in Hong Kong and their associations with other negative impacts. JInfect; 53:114–124.

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" Capii che un uomo, oltre a vivere per il proprio bene personale, deve inevitabilmente contribuire al bene degli altri: se dobbiamo prendere un paragone dal mondo degli animali [...] allora occorre prenderlo dal mondo degli animali sociali, come le api" ( Lev Tolstoj )

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